Madi era un bimbo di un anno e mezzo, nato in un villaggio vicino a Nanoro. Orfano di padre, è arrivato al centro medico di Nanoro con la madre e lo zio paterno. Madi aveva la malaria, era in condizioni molto gravi, probabilmente trascurato da giorni. Il ritardo nella diagnosi è normale in un centro periferico come Nanoro; gli altri villaggi possono essere a giorni di cammino e spesso viene prima consultato il guaritore locale; solo quando il quadro clinico si aggrava e i genitori si rendono conto che le cure non funzionano iniziano il cammino verso il centro. Madi aveva già la malaria cerebrale quando è arrivato a Nanoro, era piccolo, malnutrito e gravemente anemico. Nonostante le cure ed il trasferimento alla pediatria della capitale, Madi non ce l’ha fatta. A Nanoro non c’è ossigeno, non c’è possibilità di misurare i livelli di glicemia e di emoglobina rapidamente, è difficile reperire le sacche di sangue da trasfondere, non è possibile monitorare in continuo i malati più gravi, non c’è una stanza dove non faccia un caldo torrido e protetta dall’ingresso degli insetti. Non c’è la possibilità di lavare i bambini, mantenendo accettabili le condizioni igieniche.
Da tutto questo è nata l’esigenza di creare Madirò – Medici per lo sviluppo, come una possibilità per migliorare le cose, per portare parte delle nostre competenze e per cercare di formare personale locale e creare delle strutture che possano poi essere gestite in autonomia. Il nostro lavoro inizia a Nanoro per continuare ovunque ce ne sia bisogno.